Details:
All Songs by Fabrizio De André; except
music M. Bubola (1), B. Dylan (4), M. Bubola (8), I.
Fossati (10), E. Jannacci (11.), N. Piovani -
G.Bentivoglio (13).
Das Album ist eine Hommage an Fabrizio De André
Erschienen im Januar 2006
Format: Audio CD (14 Titel)
erhältlich bei Disco New in Bozen - Tel: +39 0471
970896
Recensione
di Fabio Zamboni (Alto Adige)
"...A
FABER"
Si
fa presto a dire cover band, quando si parla di un
gruppo che ripropone la musica di altri, ovviamente più
famosi. Nel senso che c'è modo e modo di rileggere e
riproporre la musica altrui e questo lo sanno bene anche
gli appassionati di musica classica. Nel caso della
Andrea Maffei Spritz Band di Bolzano – che per
vent'anni ha proposto il proprio rock d'autore con i
testi firmati dal “titolare” del gruppo, e che per
vent'anni ha rimediato critiche lusinghiere a livello
nazionale e due successi alla rassegna della canzone
d'autore Città di Recanati – dire cover band quando
si parla della seconda vita legata alle canzoni di
Fabrizio De Andrè è davvero riduttivo. Premessa
indispensabile, questa, per arrivare a “scartare” la
vera notizia, arrivata finalmente in redazione sotto
forma di un cd con quattordici pezzi firmati De Andrè
ma rifatti in pure stile Spritz Band. Ovvero riveduti e
corretti dal Suonatore Jones, che è il nome assunto
dalla band per affrontare il progetto De Andrè. Quattro
anni di concerti, a cantare “Sally” e “Bocca di
rosa”, “Il pescatore” e “Crenza de ma”,
sono ora confluiti in un disco che, finisse in mani
adeguiate, diventerebbe il disco del mese su qualsiasi
rivista specializzata.
Doveva
uscire in autunno, questo “…a Faber” ( così si
intitola ) prodotta dall'associazione altoatesina
Liederszene che da sempre ha investito nella band di
Andrea Maffei. E invece è nato in ritardo ma in una
data speciale: l'11 gennaio, nel settimo anniversario
della scomparsa di De Andrè.
Sarà
un caso, sembra invece una sorta di benedizione, di
misterioso viatico: la voce di Andrea Maffei a livelli
mai raggiunti prima, gli arrangiamenti – di una band
professionale non di nome ( la maggior parte non vivono
di musica ) ma di fatto – che in alcuni episodi aprono
finestre impensabili in canzoni consegnate alla storia e
le fanno respirare profondamente, un'eleganza di
approccio che si distingue subito nella selva di cloni e
tributi spuntati dopo quel maledetto 11 gennaio '99.
Alcuni
brani (“Sally”, “Se ti tagliassero a pezzetti”,
Via del Campo”, Il testamento di Tito”) restano
molto fedeli all'originale nell'impianto ma dentro una
cornice preziosa di chitarre e tastiere che trovano
sempre dettagli originali. Le altre? Pura creatività.
“Il pescatore” diventa country-rock, “Geordie”
s'arricchisce di piccole campionature e cori delicati.
“Bocca di rosa”, la canzone a cui De Andrè era più
legato, sembra scartavetrata da Vinicio Caposella, “La
ballata del Michè” aggiunge ska al ritmo di valzer
esaltandone anche con coretti anni Cinquanta la
dimensione tragicomica di un suicidio; “Dolcenera”
dimostra che questa band può permettersi di affrontare
il De Andrè musicalmente più elaborato, quello
dell'ultimo album. In fondo ad una scaletta trasversale
che percorre trent'anni di De Andrè senza un criterio
rigido, un cameo de “Il suonatore Jones” che
battezza la band e una versione etnica di “La città
vecchia”, quasi una ghost track estranea agli
arrangiamenti dell'album ma impreziosita da una
fisarmonica e un clarinetto (i bulgari Aleskey Asenov e
Sami Saidov ) in una commovente presa diretta.
Per
trovare un difetto, bisogna spulciare le note di
copertina: per via di un refuso, “Carlo Martello” è
attribuita a De Andrè-Bubola anziché a Villaggio-De
Andrè. Per quanto riguarda la distribuzione, per ora è
limitata a Bolzano (i negozi Disco New e Altri Suoni),
info su www.andreamaffei.it . (f.za.)
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